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Il progetto MO.S.E.

I Chioggiotti, da buoni abitanti delle isole lagunari, sono un popolo dai piedi palmati, vivono infatti in costante simbiosi con l’acqua non solo solcando il mare con le loro barche ma anche camminandovi in mezzo quando la loro città, come Venezia e con Venezia, è invasa dall’alta marea. Abituati da secoli a questo fenomeno lo hanno fronteggiato con piccole paratoie mobili collocate, di volta in volta, agli ingressi delle abitazioni o dei negozi, con allarmi acustici pronti a scattare all’arrivo del fenomeno, con il posizionamento di passerelle in grado di agevolare gli spostamenti dei cittadini e con gli insostituibili stivaloni di gomma. Ma ora che la situazione sembra peggiorata soprattutto a causa di subsidenza (abbassamento del suolo), eustatismo (innalzamento dei mari) ed una crescente erosione dei fondali, si chiede aiuto a grandi opere idrauliche e si spera nel buon funzionamento del MO.S.E. Progetto che, sebbene possa salvare Venezia e le isole lagunari dall’acqua alta, non ha nulla a che vedere con il nome Mosè, “salvato dalle acque”, significando infatti “modulo sperimentale elettromeccanico”. In sostanza il MO.S.E. consisterà nella creazione di grandi paratoie mobili collocate alle bocche di porto di Chioggia, Malamocco e Lido. Simili per aspetto a grandi cassettoni, queste paratoie saranno inserite in binari metallici fissi e giaceranno sul fondo delle bocche di porto senza ostacolare la navigazione. In caso di alta marea eccezionale si provvederà a svuotarle dell’acqua che contengono e per spinta di galleggiamento saliranno in superficie bloccando così l’accesso in Laguna all’alta marea. Contemporaneamente funzionerà un porto rifugio, ossia un passaggio laterale regolato da chiuse, in grado di evitare la paralisi delle attività portuali e pescherecce. Rientrata la marea le paratoie, nuovamente rese pesanti dall’acqua introdotta dentro, ritorneranno a depositarsi sul fondo della bocca di porto permettendo nuovamente al mare di riabbracciare le tranquille acque della Laguna.

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